Si stava là, il 18 giugno scorso, sotto il sole cocente ad arrostire, ma non si aveva la minima voglia di andar via. La Celebrazione del Rito procedeva solenne scandendo i vari momenti fino a quando il Cardinale Amato per incarico di Papa Francesco ha letto la Lettera Apostolica con la quale il Pontefice ha iscritto nel numero dei Beati Maria Celeste Crostarosa. Uno scroscio di vigorosi applausi ha seguito la proclamazione della Beata, e poi emozione, commozione, lacrime di gioia, e tutti, senza smettere di applaudire, col naso all’insù a guardare il grande telo che non voleva venir via, come questa Beatificazione che ha impiegato più di duecentosessanta anni per arrivare. Quando finalmente, sconfitto, il telo è scivolato, ha lasciato emergere la sua immagine che guardava tutti quasi meravigliata. Penso che si sarà chiesto: ”come è che mi trovo qui al santuario di Maria Vergine Incoronata di Foggia? che ci fanno qui tante mie suore e da dove viene tutta questa gente?” Incredula di sé, di quella gloria che certamente avrà subito trasferito al suo amato Dio, ma forse contenta di poter continuare a far luce quale torcia accesa sul candelabro come del resto era stata la sua vita. Mentre il coro spargeva le note del canto di ringraziamento: Maria Celeste Beata sei tu, memoria vivente di Cristo Gesù… desideravo con tutte le mie forze che Ella fosse conosciuta dal mondo intero.
Permettimi perciò, caro lettore, di rivolgermi a Lei direttamente.
Cara e Beata Madre! La mia ammirazione per te è stata sempre smisurata! A distanza di due secoli e più, sei ancora giovane e bella nel tuo donarti a Cristo e ai fratelli. Nei tuoi scritti, nella tua vita ho imparato a conoscerti e a seguire il Redentore come hai fatto tu, con semplicità e passione, con una comprensione cordiale di Gesù. Quello che più mi piace di te è che sei stata una donna libera e fedele tanto a Cristo, quanto alla Chiesa e a te stessa. Sei vissuta in un contesto storico, il secolo dei lumi, dove si voleva sostituire Dio con la ragione e dove tutta la cultura era riservata a pochi uomini. In quel orizzonte freddo e astratto tu vi hai portato il calore e la novità di seguire Dio presenza e incarnazione, amore e tenerezza. Con la forza della intelligenza, della volontà e della preghiera hai impiantato l’albero della libertà, hai sfidato il conformismo imperante pagando a tue spese il pensiero unico, difetto di cui soffriva la Chiesa del tuo tempo, ma salvando l’ascolto interiore con la dignità della tua coscienza, sei stata una vera e coraggiosa rivoluzionaria.
Ora, ti abbiamo portato via dal chiuso del Monastero, da dove silenziosa e discreta hai valicato circa trecento anni di storia rimanendo nell’ombra. Abbiamo demolito il muro che copriva la tua tomba, ora tutti ti possono guardare, pregare e imitare. Abbiamo gridato al mondo intero il tuo nome, il tuo messaggio, e il nostro esserci come redentoriste, come tua continuazione. Dalla tua cattedra di sapienza che è Cristo stesso, da dove assurgi il tuo magistero di guida spirituale, di madre, di donna, mostri a noi il libro aperto delle Sue eterne verità. Sei per noi oggi ponte tra la vita terrena e quella celeste, invitandoci a guardare in alto e a tenere sempre aperto lo sportello escatologico e cioè quella realtà di vita beata nell’eterno amore di Dio. Gli insegnamenti e la tua vita, sono come un solco profondo che hai tracciato nella Chiesa. Tu permetti, non solo a noi monache che abbiamo abbracciato totalmente la solare spiritualità redentiva da te proposta, ma a tanti laici che si lasciano coinvolgere dalla ricerca di Dio, di intraprendere il cammino cristiano con fiducia e certezza e di seguire una traccia che porta a Cristo Risorto. Le vicissitudini della tua vita non hanno mai inciso sul tuo animo, anzi ti hanno fortificata, perché eri una persona psicologicamente sicura, una donna forte che sapeva bene quel che voleva: amare il Signore, seguirlo, imitarlo diventando sua viva memoria per ogni fratello e sorella.
Oggi, la nostra cultura sforna violenza, crisi, caduta di valori, smarrimento, non-senso, diseducazione; la promozione della donna ha bisogno di avere delle luci-guide come te, dalla grande apertura di mente e di cuore, e con un irradiamento oltre i confini del monastero. Vorrei che i movimenti femminili ricorressero a Te per attingere quel coraggio e vigore evangelico che hai dimostrato nell’affermare la dignità della donna, tra tante avversità, in tempi difficili e in ambiente ostile alle donne, escluse da ogni attività. A Te che hai saputo difendere, con tutte le forze e con ogni sacrificio la volontà del Signore, preferendo l’obbedienza a Dio piuttosto che quella degli uomini vorrei affidare, cara Madre Celeste, un desiderio profondo. Vorrei che ti eleggessero Protettrice delle donne che soffrono, di tutte coloro che sono particolarmente svantaggiate. Tu che sei andata contro corrente, mai ripiegata su te stessa, che hai lottato e sofferto per difendere la tua autorità femminile e la tua libertà, difendi e consola le donne di oggi. Ti affido specialmente coloro che vivono in tante clausure di schiavitù e di violenza: spose-bambine, ragazze adolescenti sulla strada, donneemarginate, sfruttate, umiliate, violentate, uccise.
Maria Celeste, memoria viva di Colui che è pietà e misericordia, fa’ sperimentare a noi tutti che Dio è amore e che ha un disegno di pienezza e di felicità per ogni uomo, per ogni donna!
Suor Anna Maria Ceneri
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