Spiritualità



Il nostro specifico apostolato come Redentoriste nella Chiesa, consiste nella nostra stessa vita, consacrata a Dio tutta orientata verso la contemplazione. In ogni momento, con la vita di unione con il Redentore, con la carità fraterna e con la preghiera siamo testimoni del mistero della Chiesa, Sposa del Cristo, e annunciamo il regno che viene.

La nostra caratteristica è la gioia sorridente e irradiante, di chiara semplicità e fraternità vera, non viviamo uno stile di vita rigido e austero, né mortificazioni straordinarie ma ci sforziamo di vivere secondo lo spirito evangelico delle beatitudini.

SPIRITUALITÀ CROSTAROSIANA

Maria Celeste, donna col cuore nel fuoco divino

Maria Celeste non ha una spiritualità al ribasso. Quando scrive la Regola per il nuovo Istituto che il Signore vuole fondare con lei e con il suo amico Alfonso, invita le sue Monache, non a compiere scrupolosamente piccole devozioni o a recitare lunghe formule di preghiera, ma ad elevarsi nella contemplazione del Dio di Gesù Cristo, Dio il Padre in comunione con suo Figlio, nello Spirito Santo: la santa Trinità. Così, Maria Celeste evoca il progetto di Dio sul mondo, il «disegno del Padre»:

Ho avuto l’ardente desiderio di donare al mondo il mio Spirito e di comunicarlo alle mie creature dotate di ragione, per vivere con loro e in loro fino alla fine del mondo. Nel mio immenso amore donai loro il mio unico Figlio e per mezzo di lui trasmisi loro il mio divino Spirito Consolatore, per divinizzarle nella Vita, la Giustizia e la Verità, per racchiuderle tutte nel mio Cuore, in quello che è il Figlio del mio amore (F, n°1, Regole, Scopo e Idea).

Donai loro… trasmisi loro il mio Spirito… per divinizzarle… Il Dio di Maria Celeste è un Dio che prende l’iniziativa. Dona per primo. Perché? Per divinizzare gli essere umani. Questo «disegno del Padre» è un’idea centrale per Maria Celeste. Ella si congiunge al pensiero dei Padri della Chiesa, come Ireneo e Ignazio d’Antiochia che ripetevano: «Dio si è fatto uomo perché l’uomo potesse diventare dio».

Suor Maria Celeste Crostarosa è poco conosciuta. Eppure fu intima amica di due grandi santi venerati nel mondo intero: Alfonso de’ Liguori, dottore della Chiesa, Vescovo di S. Agata de’ Goti, fondatore della Congregazione dei Missionari redentoristi, e Gerardo Maiella, fratello redentorista, protettore delle future mamme.

Maria Celeste non voleva sentir parlare del titolo di «fondatrice». Per lei non c’era che un solo fondatore dell’ordine delle Monache del Santissimo Redentore. Uno solo: Gesù Salvatore.

Tuttavia Maria Celeste ha lavorato alla fondazione di questo Ordine di Monache e, con Alfonso de’ Liguori, alla fondazione della Congregazione dei Missionari del Santissimo Redentore. Vi ha lavorato coraggiosamente, dolorosamente, efficacemente con il Signore, pur cosciente che il Signore ne era il primo artigiano. Da parte sua Maria Celeste dispiega tutte le sue forze per organizzare l’Ordine delle Monache, con l’aiuto decisivo di Alfonso.

Il Signore l’aveva preparata a questo compito offrendole di vivere prima la vita di una Carmelitana alla scuola di Teresa d’Avila, poi la vita di una Visitandina alla scuola di Francesco di Sales. Ma sempre, dalla sua più tenera infanzia, la sua fu una vita secondo il Vangelo alla scuola di Gesù che la istruiva specialmente nel momento della comunione quotidiana.

Maria Celeste è una mistica del XVIII secolo, il secolo dei Lumi e della ragione caratterizzato dal rigetto di ogni misticismo. In un’epoca in cui le donne non contano niente nella società, né tantomeno nella Chiesa, Maria Celeste è una donna forte, perseverante, energica, decisa. Sa dire sempre «sì» a Dio. Quando ce n’è bisogno sa dire «no» agli uomini, compresi gli uomini di Chiesa.

I suoi scritti sono poco numerosi e poco conosciuti. Maria Celeste non scrive per essere pubblicata, come faceva il suo amico Alfonso che considerava le proprie opere come strumenti di evangelizzazione.

Le ambizioni di Maria Celeste sono più modeste: accetta di collaborare allo sforzo di discernimento riguardante la sua vita spirituale, e alla fondazione del nuovo Istituto a cui il Signore la chiama dal 1725. Dice semplicemente quel che le è successo con il suo «Amico adorato», il Signore Gesù. Si infiamma come un vulcano e parla «con slancio di una mistica la cui lava incandescente si era solidificata nella forma del dialetto napoletano del XVIII secolo, sotto la piuma di una donna che non aveva praticamente mai studiato e il cui solo libro, a quanto pare, era la Bibbia. Eppure ha aperto squarci sorprendenti per l’epoca nelle coltri più profonde della Parola di Dio». Come altri contemplativi, sa più lei di questo mistero che celebri teologi. È cosciente che ogni comunione non è solo un incontro con Cristo, ma anche una unione trasformante, allo stesso tempo dolorosa e gioiosa: senza smettere di essere se stessa, diviene «Corpo di Cristo» e può dire con Paolo: «Cristo vive in me» (Gal 2,20).

Maria Celeste racconta la sua vita spirituale e illumina la nostra. Non con definizioni sapienti, ma con le immagini. Immagini molto belle! Esse evocano il mistero, specialmente il mistero trinitario e il mistero eucaristico. Ella invita al viaggio della fede cristiana. Ne consegue che Maria Celeste non scrive parola per parola sotto dettato del Signore, ma prova umilmente, amorosamente a tradurre nel suo linguaggio di donna ciò che il Signore le ha rivelato. Sente e scrive. Ed è eccezionale. Perché Maria Celeste non è una teologa, ma una napoletana dal cuore caldo. Innamorata di Cristo dalla più tenera età, ci affida le confidenze che riguardano il suo amore appassionato per il Signore. Troviamo, sotto la sua piuma, non meno di novanta volte l’espressione «la tenerezza di Dio», e più di cinquecentocinquanta volte la parola «amore».

Maria Celeste è una mistica dell’eucarestia. Una mistica per oggi. Il suo messaggio in effetti, e soprattutto il suo messaggio eucaristico, non è riservato ai contemplativi: si rivolge a tutti i cristiani. Attraverso la sua vita e i suoi scritti Maria Celeste ci invita a scoprire non delle ricette nuove per la preghiera o delle particolari devozioni, ma Qualcuno, il Signore stesso, che viene a incontrarci nell’eucarestia per parlarci, purificarci dai nostri peccati, comunicarci la sua Vita, rivelarci il suo Amore, trasformarci e mandarci nel mondo a continuare la sua opera di salvezza.

Pregare con Maria Celeste ci porta alla contemplazione e alla missione. Con fede, con gioia, col fuoco, il fuoco dell’amore per Gesù che le diceva, nell’intimità della sua azione di grazia che seguiva alla comunione:

«Sono venuto a portare il fuoco sulla terra». Affinché tu bruci, vengo oggi a mettere nella terra del tuo cuore due tipi di fuoco, o piuttosto due dei suoi effetti, perché il fuoco della mia carità è unico.

Il primo è la trasformazione della tua vita nel mio Essere[…] Agisci come me, unicamente per la gloria di mio Padre, e così tu vivrai della mia vita e io vivrò nella tua.

Il secondo effetto di questo fuoco è l’impegno della salvezza delle anime: tu risplenderai per il loro bene e la loro utilità; mi farai così grande piacere e mi mostrerai un amore autentico (E, Esercizi spirituali, Decimo giorno).

Che l’amore sia il nutrimento e la fiamma in cui bruci giorno e notte finché non diventi fuoco! Che tutto il tuo essere non faccia che un unico fuoco, di modo tale che il fuoco ti bruci! Non vivendo più te stessa, continuerai tuttavia a vivere e a bruciare in questa fiamma eterna che brucia senza sosta e getta la sua luce di fuoco per tutta l’eternità. Essere ridotta a niente… non vivere che d’amore, nell’amore e per l’amore, bruciare d’amore fino a diventare totalmente e senza alcuna differenza, fuoco col Fuoco! (F, n° 33, Esercizi spirituali di dicembre, meditazione 20).

Il progetto religioso di Madre Maria Celeste Crostarosa

La nascita della comunità contemplativa delle Redentoriste è stata per Sr M. Celeste Crostarosa il fulcro e il perché della vita. Lo sottolinea lei stessa nella Autobiografia: è questa l’”Opera” che la Provvidenza ha voluto affidarle; ad essa si è dedicata con tutte le sue energie. Si preoccupa però di evidenziare che non si tratta di cosa sua, ma di Dio: nelle Regole “non ci dovevano essere né titoli di fondatori né fondatrici”, perché il Redentore è “la pietra fondamentale”, i “semi evangelici della sua divina parola erano la calcina ed il cuore della religiosa la terra di questo edificio ed il suo Divin Padre l’operaio di quello”.

Del resto il progetto religioso di Madre Maria Celeste Crostarosa prende corpo in una forte esperienza spirituale vissuta il 25 aprile 1725, dopo essersi accostata all’Eucarestia: le fu dato ad intendere “un nuovo istituto, che avrebbe il Signore posto al mondo per mezzo suo e che in Lui, nella sua vita, erano contenute tutte le leggi del loro vivere e delle loro regole”.

 

Invocazione a Madre MARIA CELESTE

Inno a Madre MARIA CELESTE

Preghiera a Madre MARIA CELESTE

Elevazione di Madre Celeste alla Trinità